Workshop con Emanuele Scorcelletti.
In occasione della 3° edizione del festival della fotografia EFFEUNOFEST, i partecipanti avranno l’opportunità di conoscere meglio Emanuele Scorcelletti.
Mattino
Come sono nate le sue foto? Quali sono i preparativi per fotografare una star famosa in tutto il mondo? Cosa ispira e caratterizza il suo lavoro?
Dopo la lezione, Emanuele Scorcelletti sarà anche felice di rispondere alle tue domande.
Pomeriggio
Ti piacerebbe sviluppare le tue capacità fotografiche, conoscere una visione straniera delle tue foto e conversare con un professionista sul tuo lavoro personale?
Il fotografo Emanuele Scorcelletti esaminerà il tuo portfolio insieme a te, porta le tue foto preferite, sia stampate che digitalizzate su una chiavetta USB, sia da uno specifico progetto fotografico che stai seguendo o persino dalle foto della tua ultima vacanza.
EMANUELE SCORCELLETTI
Introspettivo e sofisticato, nei suoi servizi fotografici è riuscito a creare un apprezzato linguaggio personale grazie ad una tecnica acquisita ed affinata nella sua lunga carriera. Emanuele Scorcelletti ha sempre fatto riferimento alla cultura fotografica italiana e in particolar modo al suo poetico lirismo.
Nasce a Lussemburgo nel 1964 e all’età di sei anni inizia ad osservare il mondo attraverso il mirino della macchina fotografica. Il tutto è scattato quando ricevette in dono da sua madre una piccola Pocket Kodak, intuendo sin da subito che attraverso quell’inconsueto sguardo sulla realtà potrà esprimere se stesso.
Dopo aver completato gli studi superiori all’Istituto Nazionale di Fotografia e di Cinematografia (INRACI) a Lussemburgo, nel 1989 entra nell’agenzia Gamma, sede di Parigi, dove con talento ed entusiasmo acquisirà le basi del ricercato fotogiornalismo francese. Tuttavia le sue origini italiane lo spingono a tornare spesso nelle Marche, terra natale di suo padre, legato anche ai ricordi delle sue vacanze d’infanzia trascorse tra Senigallia e Jesi. Proprio a Senigallia nel 1982 riuscì a conoscere in un commovente ed inteso incontro Mario Giacomelli, il quale gli lasciò in dono una sua fotografia. Qualche tempo dopo torna a Parigi portandosi i segni del colloquio avuto con Giacomelli e qui incontra un maestro della fotografia francese: J. H. Lartigue.
Da quel momento in poi Scorcelletti raccolse anno dopo anno entusiasmanti riconoscimenti nell’ambiente fotografico francese, pubblicando le sue fotografie in diversi paesi nel mondo e collaborando con prestigiose riviste internazionali come Le Figarò, ELLE France ecc.
Il suo animo sensibile e delicato non solo lo ha sempre aiutato a realizzare intesi e profondi ritratti delle personalità più emblematiche del cinema, della moda e della canzone francese e internazionale, ma anche a restituire uno vivido sguardo sulla condizione umana.
Scorcelletti, grazie al suo stile fotografico impregnato di delicatezza ed emotività è sempre riuscito a percepire e penetrare l’invisibile e il volto nascosto delle emozioni, riuscendo così a realizzare magnifici backstage di star come Charlize Theron e Keira Knightley nella loro intimità, una volta spenti i riflettori dei set fotografici delle più esclusive maison di moda.
Celebre è il suo scatto di Sharon Stone immortalata come una nike greca per il suo splendore perlaceo e la sua dinamica posa all’ arrivo sul tappeto rosso del Festival di Cannes del 2002, con cui vinse il World Press Photo nella categoria Arte e Cultura.
Nel 2009 fotografa l’universo del Grand Prix Qatar Arc de Triomphe e scopre in questo frangente il mondo dei cavalli da corsa. France Galop gli commissionò un lavoro che verrà esposto all’ippodromo di Deauville per il 150° anniversario della Città.
Nel 2010, quaranta anni dopo Henri Cartier-Bresson, la rivista ELLE France gli commissionò di seguire gli “Stati generali della donna” dedicandogli un numero speciale pubblicato oltre ad una mostra personale all’Università Science Po di Parigi.
Lo stesso anno Scorceletti prende la decisione di lasciare la Gamma lavorando come freelance per poter sviluppare alcuni lavori personali e sensibilizzare il pubblico su temi che gli stanno a cuore, in particolare quello della fragilità degli adolescenti a cui va incontro per trasmettere loro alcuni strumenti di comprensione del mondo.
Animato da forti valori umani, Emanuele si impegna collaborando con organizzazioni che hanno una missione di interesse sociale come:
AMFAR (American Foundation for AIDS Research), la campagna AIDES Francia (2006); Reporters sans Frontières «100 photos du festival de Cannes pour la liberté de la presse» (2007); «Un narciso per la vita»
dell’Institut Curie – Lotta contro il cancro (2008); «Ruptures Ados à Paris»
per la protezione dell’adolescenza a Parigi – Vendita di stampe numerate (2010); Museo d’Arte di Tel Aviv – Stampa venduta all’asta a Montecarlo (2012); Fondazione FOURNIE-MAJOIE (Bruxelles) – Lotta contro il cancro (2014); CARE Francia ONG solidarietà internazionale – Vendita all’asta a Deauville (2014).
Oggi Scorcelletti ci stupisce presentando un cambiamento in bianco e nero, un lavoro che svela un suo aspetto inedito, più privato ed intimo di un artista nato nel 1964 a Lussemburgo ma parigino d’adozione e che vuole, tramite il linguaggio fotografico, riscoprire ed indagare più in profondità quelle che sono le sue origini italiane in un viaggio attraverso le Marche. La sua è una vera e propria esplorazione interiore dove grazie ai suoi scatti riesce a manifestare in assoluta armonia la sua doppia identità italo-francese, in bilico tra un innato e poetico estetismo formale che contraddistingue la cultura fotografica italiana nel ricordo di fotografi come Giuseppe Cavalli, Mario Giacomelli e Ferdinando Scianna e un penetrante reportage dove cerca di catturare la fugacità dell’emozione nei volti della gente e inaspettate geometrie attraverso le grandi lezioni dei francesi Jacques Henri Lartigue ed Henri Cartier-Bresson.
Dalle Marche Scorcelletti ha riportato qualche migliaio di immagini scattate con le sue Leica M e conservate in una decina di scatole. Negativi che ha dovuto osservare meticolosamente su di una tavola luminosa con una lente d’ingrandimento; immagine dopo immagine. Un metodo che sembra d’altri tempi nell’epoca del digitale, ma che infonde espressività materica e anima a delle fotografie che sembrano esser state scattate nel mondo dei ricordi.
Le sue Marche sono visioni contemplative di una moderna Arcadia, una terra idealizzata dove uomini e natura convivono in perfetto accordo e dove la luce evocatrice e spirituale, soprattutto nei paesaggi, è rivelatrice di una volontà trascendente e imperscrutabile. Le sue fotografie poetiche e delicate sono un rifugio per una società che ha imparato a convivere con la paura e l’incertezza del futuro invitando alla riflessione sulla fugacità della bellezza e sulla ricchezza delle emozioni oltre che ad una ritrovata contemplazione della natura.
Il lavoro della Marche di Scorcelletti, oltre ad aver partecipato all’edizione di quest’anno del MIA Fair a Milano, è stato scelto dal curatore di uno dei più importanti appuntamenti della fotografia francese il Festival de La Gacilly. Insieme a Pierluigi Branzi, Mario Giacomelli, Franco Fontana, Paolo Pellegrin, Massimo Siragusa, Paolo Ventura, Mirella Ricciardi e Alessandro Grassani rappresentarà la sezione italiana al Festival in dialogo con altrettanti grandi nomi della fotografia francese.