Il Paesaggio
Vincitori concorso fotografico
Roberto Serra
1° classificato
Roberto Cirilli
2° classificato
Werther Vicini
3° classificato
Il Tema del concorso 2019
Da alcuni anni si sta pensando a come limitare l’ingresso alla città di Venezia, inserendo tornelli e facendo acquistare dei ticket ai turisti. Questo in via precauzionale, affinché il peso delle persone che vi transitano non sia esagerato. L’inarrestabile sprofondamento del suolo, insieme all’innalzamento del livello del mare sono i due problemi che porteranno nel tempo alla scomparsa di questo patrimonio mondiale. Si è parlato molto delle cause dell’imminente catastrofe, sia ambientali, che sociali e politiche, ma ciò che è certo è che in un futuro non vedremo più quella laguna così come è ora.
Secondo lo stesso concetto, milioni di anni fa l’Italia non aveva la conformazione attuale; in principio i continenti erano un agglomerato unico di terreno, che si sono poi formati con il fenomeno che chiamiamo deriva e i fossili che troviamo sui versanti delle montagne sono la prova scientifica che queste erano inizialmente sommerse dai mari.
Insomma il pianeta ha da sempre attraversato dei momenti di mutazione e sta continuando a farlo, sia geograficamente che per motivi sociali. La città di Berlino ha subito una variazione immensa durante il secondo conflitto mondiale, separata da un muro che per fortuna è stato abbattuto qualche decennio fa. Questo ha determinato una serie di variazioni anche morfologiche: la città ha visto diversi smantellamenti e ricostruzioni e in pochi anni ha mutato considerevolmente il suo aspetto.
Sia per cambiamenti climatici che politici, quindi, il mondo che ci circonda ha subito e continuerà a subire delle alterazioni.
Ci sono diversi orientamenti al riguardo, che sia la preoccupazione per l’inquinamento o la nostalgia per dei luoghi scomparsi; e un fotografo ha il privilegio di mostrare al pubblico questi suoi pensieri grazie a un’immagine.
La storia della fotografia è da sempre attraversata dalla fascinazione per il paesaggio, sin dai primi esperimenti di Niépce, passando per la rappresentazione idilliaca di Ansel Adams, e poi all’approccio inconsueto di Walker Evans, fino a una libertà di espressione tale da includere in questo genere ogni tipo di elaborazione.
Se volessimo definire la parola paesaggio, il dizionario lo spiegherebbe così: veduta, panorama; parte di territorio che si abbraccia con lo sguardo da un punto determinato. Non è essenzialmente ciò che accade anche in fotografia? Trovare un punto di vista, dare spazio al nostro sguardo attraverso un mirino, insomma raccogliere nel formato fotografico ciò che abbiamo di fronte.
Nella nostra penisola, la tradizione paesaggistica è stata data da un’importante raccolta di scatti: “Viaggio in Italia”, del 1984. Quelle immagini sono entrate nella nostra mente a definire lo standard di fotografia di paesaggio, che ancora oggi inconsciamente ci portiamo dietro.
Cosa accade quando questa conoscenza nascosta, trasmessa dalla tradizione, incontra la nuova consapevolezza di un mondo in continuo cambiamento? Quali immagini saremmo in grado di produrre?