Viaggio a sud di Ortned

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Prefazione

Il titolo ci rimanda a un viaggio nell’esplorazione di una terra lontana, Ortned. Niente di più vero, perché è un viaggio intimo nell’Io di Valeria, nel suo profondo intimo, così vicino, eppure così lontano.

L’esplorazione di noi stessi è qualcosa che tutti dovremmo compiere. Valeria affronta questo viaggio “a sud di dentro” in modo molto coraggioso, mostrandoci tutta la sua fragilità e tutte le sue paure, la voglia di cambiare e di far capire chi è veramente. Usa la fotografia come mezzo di trasporto per l’esplorazione di questa terra lontana, di cui ha intuito l’esistenza, ma che non ha mai percorso. Affronta questo suo viaggio in modo molto libero e con una fotografia con fini non necessariamente estetici. Si lascia andare ai suoi pensieri, abbatte tutti i muri che si è costruita nel tempo e libera ciò che sente dal profondo.

Tutte le sue immagini rimandano a una voglia repressa di volare, di sognare, ma anche alla paura del giudizio degli altri. Una paura che, assieme a quella di essere rifiutati, abbiamo tutti. Queste paure sono parte del nostro bagaglio di esseri umani e hanno una spiegazione evoluzionistica. Gli uomini tendono a ricercare accettazione e apprezzamento per non essere rifiutati e allontanati dal gruppo. Per i nostri antenati era fondamentale far parte di una comunità: per garantirsi la sopravvivenza alimentare cacciando insieme, per la cura della prole e per la difesa dalle minacce esterne. Il nostro cervello si è perciò evoluto identificando come una minaccia l’eventualità di essere allontanati, espulsi, emarginati.

Valeria, partendo da questo suo sentire, inizia il viaggio proprio dal suo “branco di nascita” e scava nei ricordi, nelle emozioni. Piccoli flash si affacciano alla mente: uno sguardo da una finestra su una strada deserta, un semplicissimo interruttore che chissà quante volte avrà sfregato da bambina. Tanti bagliori che aiutano Valeria a far riemergere ricordi, sepolti dai muri che lei stessa ha costruito. Il viaggio continua e nelle sue foto, apparentemente tristi, c’è sempre uno sprazzo di luce, come a ricordare che questo viaggio le porterà una luce diversa nel modo di affrontare la vita o le mostrerà una via più chiara.

Questo è un esempio di come la fotografia è sempre un “selfie”, come viene chiamato oggi l’autoritratto. La fotografia è un autoritratto anche quando l’obiettivo non è rivolto verso il fotografo. Le immagini che creiamo riportano sempre qualcosa di nostro, di intimo, che ci appartiene profondamente e che bisognerebbe imparare a vedere per conoscerci e farci conoscere meglio. Questo potrebbe, secondo il mio vedere, aiutarci a vivere meglio e a relazionarci con gli altri senza l’uso di maschere.

Grazie, Valeria. Per il coraggio che dimostri con questo viaggio.

Antonio Manta

BIOGRAFIA

Valeria, nata a Mogorella, Oristano nel 1987 . Sin da giovane appassionata di fotografia, mezzo che usa per esprimere e raccontare con il suo occhio e il suo cuore il mondo che la circonda. La macchina fotografica la usa come penna per descrivere ed interpretate le sue emozioni, mettendo al centro la ricerca di se. A Milano frequenta la scuola di fotografia Fpschool di Sandro Iovine che nel 2019 la candida come rappresentante della sua scuola ad esporre al BìFoto Fest, festival di fotografia a Mogoro, dove lui è consulente artistico. Nel 2020 si avvicina a BAM dove frequenta corsi e inizia una proficua collaborazione con Antonio Manta iniziando un percorso formativo e lavorativo per dare vita ai suoi progetti .

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal 12 giugno al 03 luglio 2021 dalle 17,00 alle 20,00.

Si ricorda che l’accesso alla mostra è libero e gratuito e che all’interno dei nostri spazi tutti i visitatori sono invitati a rispettare le normative anti COVID-19.

INGRESSO LIBERO