“Fotografare come pretesto per viaggiare, viaggiare come pretesto per fotografare.
Nessuna soluzione.
Si percorrono itinerari, si incontrano popoli, animali, si vivono luoghi dal monte dietro casa fino agli estremi del mondo, ma soprattutto si viaggia nelle emozioni.
L’impressione è principio alla memoria, ciò che rimane appunto impresso.
Dal tedesco “impressum” ovvero impronta, le impressioni sono orme nella mente, fondamenti alla fotografia che non voglia solo ritrarre i soggetti, ma che voglia anche meravigliare e comunicare un’atmosfera.
Sfocature, tempi lenti, controluce, riflessi, sovraesposizioni, forme minimali, colori complementari sono le lenti per un modo impressionistico di raccontare istanti unici, oltre l’immagine fine a se stessa.”
Così Michel Giaccaglia descrive il suo lavoro, il suo modo di scattare, di produrre immagini e di sentire le sue fotografie.
È con il suo sguardo che ci racconta ciò che per molti non è accessibile; che sia l’incontro con un animale atipico del nostro territorio, o la conoscenza di persone che vivono la vita in modo completamente diverso.
Con i suoi scatti ci avvicina a questi mondi a noi lontani e ci trasmette ciò che lui può aver provato nei suoi viaggi; le sue emozioni, le sue esperienze, un bagaglio culturale che porterà con sé, ma che sta condividendo tramite il suo modo di esprimersi: la fotografia.
MICHEL GIACCAGLIA
Michel Giaccaglia nasce nel 1973 e già da bambino è affascinato dai documentari alla tv e dai racconti di Jules Verne, come “Viaggio al centro della terra” o “Ventimila leghe sotto i mari”.
In età adolescenziale ha poi conosciuto i saggi di Konrad Lorenz sull’etologia (lo studio comportamentale degli animali, e dell’adattamento delle piante all’ambiente circostante), consolidando ulteriormente la sua grande passione per il mondo animale.
Dopo gli studi in biologia marina e diversi viaggi sempre alla ricerca di racconti e nuove emozioni, si lega alla Rai nel 2004.
In collaborazione con Rai Tre inizia a realizzare, nel ruolo di autore e regista, diversi documentari naturalistici e di viaggio. Infatti, con “Alle falde del Kilimangiaro”, a cui lavorerà fino al 2012, ha l’opportunità di girare il mondo.
É in questi ultimi anni che si è dedicato maggiormente alla fotografia che al video, alla ricerca di un nuovo stile personale per raccontare la sua natura.
Con i suoi scatti publica in diverse riviste prestigiose, come “National Geographic USA” e “Lens Culture”.